Il Museo Laboratorio della Mente è stato aperto al pubblico nel 2000, nel padiglione VI dell'ex ospedale psichiatrico Santa Maria della Pietà di Roma con il chiaro intento di costruire contesti comunicativi che favoriscano la promozione/prevenzione della salute mentale attraverso un'attiva e significativa partecipazione del visitatore. Nel 2008 il museo ha costruito un nuovo percorso espositivo, immersivo e multimediale, tra elementi reali e virtuali che stimolano la partecipazione attiva, realizzato in collaborazione con Studio Azzurro la cui ricerca artistica indaga i percorsi percettivi in cui lo spettatore è inscritto. Un museo, dunque, che non esaurisce la sua funzione nella conservazione delle memorie di un ex Ospedale Psichiatrico ma che usa storie di vita come paradigma di una storia antica ma ancora attuale, quella del pregiudizio nei confronti della diversità.
"SENZA TITIOLO" PER IL MUSEO LABORATORIO DELLA MENTE – "Senza titolo" cura e realizza presso la Museo Laboratorio della Mente visite guidate per adulti nell'ambito di Scegli il Contemporaneo, il progetto continuativo di "Senza titolo" che dal 2017 si propone come una piattaforma didattica intermuseale per tessere relazioni tra la produzione artistica contemporanea a Roma e i luoghi che la ospitano.
Il Museo Laboratorio della Mente è una delle tappe dell'ottava edizione di Scegli il Contemporaneo - Tutte le immagini del mondo, progetto vincitore dell'Avviso Pubblico EUREKA! 2020-2021-2022 e fa parte di ROMARAMA 2020, il palinsesto culturale promosso da Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale in collaborazione con SIAE.
Tema d'indagine dell'ottava edizione è l'incontro tra scienza e arte, nell'ottica di divulgare e raccontare ad un ampio pubblico la stretta relazione tra questi due mondi:presso il Museo Laboratorio della Mente per l'anno 2020 viene realizzata una visita guidata con l’artista Gea Casolaro, la cui ricerca indaga la natura delle immagini in relazione alla storia e all’attualità. Un percorso interdisciplinare che viene condotto a più voci, insieme a uno storico dell’arte, per creare una narrazione che consente al pubblico di conoscere da diversi punti di vista il museo e di scoprirlo in termini artistici, scientifici e antropologici.
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